Rihanna è sulla copertina di T Magazine, The New York Times Style Magazine. La cantante è stata eletta dalla prestigiosa rivista una dei “The Greats”: potete leggere l’intera coverstory in inglese qui.
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Dopo il servizio fotografico e il minifilm realizzati da Craig McDean e Masha Vasyukova trovate la trascrizione della chiacchierata tra Miranda July e Rihanna tradotta dallo staff di RihannaItalia in Italiano. Vi consigliamo di leggerla tutta perché è molto divertente e toccante allo stesso tempo.

Una conversazione rivelatrice con Rihanna

L’autrice e filmmaker Miranda July chiede alla superstar del pop cosa la fa eccitare, come riesce a gestire la pressione del giudizio pubblico e perché cerca sempre su Google informazioni sul parto. (Poi sono diventate migliori amiche).

Dopo averla aspettata per oltre un’ora e mezza in compagnia della sua assistente personale, Rihanna arriva al tavolo del ristorante accompagnata del suo manager Jay Brown. Mi abbraccia e mi saluta di fronte a due bicchieri di vino bianco.

“I tuoi occhi sono stupendi” mi dice mentre si avvicinava a me con la sedia.

“Anche i tuoi lo sono” ho dico io un po’ rigida. “Fidati di me”.

“Fai ricerche su internet? Di solito cosa cerchi?”.

“Di tutto. Mi capita di cercare su Google informazioni sul parto”.

“Non è esattamente un tipo di ricerca casuale”.

Le chiedo poi che tipo di app ha sul suo smartphone e mi nomina subito Squareready:

“Serve a postare su Instagram immagini di qualunque dimensione”.

“Quindi lo gestisci tu stessa il tuo Instagram?”.

“Sì, certo. È l’unico modo in cui può davvero avere successo. I miei fans lo capirebbero subito se non fossi io a postare le foto, non li posso ingannare”.

Rihanna appare spesso su Instagram in costume e poco vestita. Ha provato a descrivermi cosa rende una foto del genere una bella foto: “Non ci sono regole sul come svestirsi. Voglio solo vedere una donna che non si preoccupa di non avere vestiti addosso”.

“Giusto”, ho risposto. “Solo la pura gioia del proprio corpo”.

“Già. Se gli uomini fanno quello che vogliono, allora lo faccio anch’io”.

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Rihanna sembra rilassata e star bene con se stessa, per lo meno da un punto di vista esterno.

“Riesci a dirmi cosa ti passa per la testa in questo momento?”

“Credo che tu sia una persona che guarda sempre al momento successivo, più che viversi il momento attuale”

“È così” ho ammesso con dispiacere.

“Anche io sono fatta così. Solo adesso il presente mi fa emozionare. Prima invece non mi sentivo a mio agio nell’esatto momento di un successo: temevo che mi potesse mancare la terra sotto ai piedi da un momento all’altro, che quel successo potesse essere l’ultimo. Ancora adesso, a dir la verità, quando tutti festeggiano un mio successo io mi muovo verso il prossimo progetto. Non voglio rischiare di rimanere nel mondo ovattato del successo momentaneo”.

Rihanna dice di essere molto occupata con il proprio lavoro, e di non avere tanto tempo per la propria vita personale, incluso avere una relazione.

“I ragazzi hanno bisogno di attenzioni” mi spiega. “Io preferisco dedicare le mie alla famiglia e al lavoro. In questo momento non me la sento di darle ad un uomo”.

Le dico che mi ci è voluto parecchio tempo per trovare un uomo che non fosse intimidito dal mio potere, e Rihanna mi ha subito risposto “Io invece sono ancora in quella situazione”.

Bevo un altro sorso di vino e le chiedo “Cosa ti eccita?”

Ci ha pensato seriamente. “I ragazzi con una certa cultura mi eccitano parecchio. Mi intrigano. Non pretendo che abbiano troppi titoli di studio, ma dovrebbero parlare diverse lingue e conoscere un po’ di storia del mondo; anche un po’ di cultura musicale e artistica. Mi piace ascoltare e imparare, sedermi dall’altra parte del tavolo” mi dice facendomi segno di andare dalla sua parte del tavolo con la sedia oltre i raggi del sole e lo faccio.

“Hey non stai per rimanere incinta vero? Internet esploderà quando gli dirò che cerchi su Google informazioni sul parto”. Rihanna ride e mi rassicura che non ha intenzione di avere un figlio: ha solo la fobia del parto. Si chiede se esiste un nome per questo tipo di fobia e lo cerca subito su Google.

“Fobia di una grossa vagina… Profonda… Che schifo. Non posso credere di stare scrivendo queste cose”.

“Aspetta un momento” le dico “Profonda non è un problema. È una larghezza”

“Una vagina profonda è un problema!”

“Huh. Mi sono sempre sentita una donna dalla vagina poco profonda”

Rihanna ride ancora. “Fidati di me, se riescono a sentire la fine, fa effetto cannone”.

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Le chiedo a che età ha imparato quello che sa sul sesso.

“Bhe direi che è nell’istinto umano… Fin da piccola. All’età di 11 anni le mie amiche parlavano di quello che avevano e non avevano fatto. Io non avevo mai baciato un ragazzo e mi sentivo insicura, come se non avessi mai potuto imparare a fare certe cose– non avevo nemmeno un po’ di tette”.

Solo cinque anni dopo, con un paio di tette, Rihanna ha lasciato Barbados per volare a New York a registrare la sua prima demo. “Ringrazio Dio per aver convinto mia mamma a lasciarmi andare verso un paese sconosciuto con gente sconosciuta. Io non l’avrei mai fatto con mia figlia”.

“Cosa impressiona positivamente tua madre?”

“Vedermi insolente o tagliente per proteggermi. Le fa capire che sono al sicuro, che non si deve preoccupare per me”.

Inizialmente volevo chiedere a Rihanna come si sentisse ad essere una giovane donna di colore con del potere in America, ma mi sembrava eccessivo. Ho quindi ripiegato chiedendole se, una volta arrivata a New York da Barbados, ha sentito qualche differenza di tipo raziale.

Ha esitato parecchio e quando le ho chiesto scusa mi ha interrotto:

“Sai, ho iniziato a sentire questo tipo di discriminazione quando si è trattato di siglare accordi lavorativi. E non è mai finita in realtà, questa sensazione c’è ancora. Questo mi fa voler provare che le persone si sbagliano. Quasi mi piace. So cosa si aspettano da me e ho il desiderio di superare le loro aspettative”

“Ma devo sempre tenere a mente che le persone che ho di fronte mi giudicano per come sono confezionata all’esterno. Sono programmati per credere che alla vista di un uomo di colore con una felpa bisogna stringersi la borsa un po’ più forte. Per me è ovviamente uno scenario diverso: il problema è che le persone credono di conoscere alcune cose di me semplicemente per come appaio”.

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L’impressione che mi ha lasciato Rihanna è che non ha dovuto creare un personaggio attorno alla sua personalità come Beyoncé, Lady Gaga, Madonna e tante altre star. Non c’è segno di un personaggio costruito perché la sua anima spontanea emerge in tutto quello che fa.

Non vi ho mai detto quanto era bella perché non l’ho mai veramente sentito. Quello che ho provato dal momento in cui si è seduta davanti a me, è che eravamo innamorate. Eravamo la coppia più innamorata che io abbia mai visto. Il sole stava finalmente tramontando, avevamo parlato per due ore.

Avevo ancora una domanda, che il mio guidatore mi aveva chiesto di farle mentre mi portava al ristorante in cui è avvenuta l’intervista. “Chiedile se ha intenzione di venire in Africa Occidentale un giorno” mi aveva proposto di chiederle il ragazzo di origini africane che guidava l’auto.

“Sai una cosa? Se mai andrò in Africa Occidentale sarà per un concerto gratuito. Vorrei fare qualcosa per le persone del posto. Magari possiamo fare un vero e proprio evento, proprio come avrebbe fatto Bob Marley: solo per le persone. E se si arrampicheranno sopra ai cancelli, le lasceremo arrampicarsi”

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